Vocabolario italiano-illirico-latino
Joakim Stulić
Presso A. Martecchini, 1810
https://books.google.cz/books?id=LJpHAQAAMAAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=true
Predgovor
A SUA ECCELLENZA
I L SIGNOR MARESCIALLO DELL'IMPERO AUGUSTO MARMONT DUCA DI RAGUSA GOVERNATORE GENERALE DELLE PROVINCIE ILLIRICHE GRANDAQUILA DELLA LEGIONE D'ONORE COMMENDATORE DEL REALE ORDINE DELLA CORONA DI FERRO GRANCROCE DELL'ORDINE DELLA FEDELTA' DI WIRTEMBERG EC,
IL
GIOACCHINO STULLI
•MINORE OSSERVANTE RAGUSEO.
MONSIGNORE.
L Dizionario Italiano-Illirico-Latino, che io vi presento, e che porta il vostro nome in fronte, è un dono, che voi fate a tutta la nazione Illirica. Un' Opera cotanto voluminosa non poteva vedere la luce del giorno senza un possente, e generoso Mecenate. Benchè alla testa di poderosa armata, ed avvolto fra le ardue cure di Go verno voi fin dal vostro primo arrivo in Dalmazia non perdeste di mira la maggior coltura, e perfezione della lingua Illirica. In vista di cosi generosa propensione verso la letteratura deg Illirici io ebbi il coraggio di rivolgermi a voi, e ritrovai nella vostra persona incoraggimento, e protezione. In età di ottanta anni, cinquanta dei
quali aveva io speso fra lunghe veglie, e disastrose peregrinazioni per remote provincie, e regni, onde arrichire il mio Dizionario, nulla tanto mi stava a cuore, quanto il poterlo pubblicare. Non mi si mostrava però alcun raggio di speranza per venire a capo de' miei desiderj. Le stesse circostanze dei tempi, e del luogo sembravano esser del tutto contrarie alla grande intrapresa. Il Cielo inaspettatamente sorrise a'miei voti. Tutte le dificoltà sparirono innanzi a voi; ne fu per vostro ordine combinato il piano; si mise mano all'opera; ed ecco, che dopo due anni voi mi porgete l'inesprimibile consolazione di vedere, prima di far punto a questa vita mortale, effettuato, e compiuto ciò, verso di che anelavano incessantemente le brame del mio cuore. Voi potete, Monsignore, da ciò comprendere i sentimenti della profonda gratitudine, da cui mi sento vivamente penetrato.
Ma alle mie particolari obbligazioni si aggiungono ben anche quelle di tutti i popoli, che in tanti reami, e provincie parlano la lingua Illirica, o Slava I miei nazionali svolgendo gli annali patrii rimarranno certamente attoniti come voi con sì piccol numero di Soldati in confronto di potente esercito nemico vi siate aperto libero il passo per la Croazia, e come, trionfando delle difficoltà del luogo, della fame, della sete, e delle ferite onoratamente riportate in sul campo di battaglia, da una distanza così grande abbiate saputo, mercè delle vostre rapide operazioni, diventare la vanguardia della grande Armata, e cooperare da forte al buon esito delle memorande battaglie di Wagram e di Zuaim. Ma non sarà minore la lor maraviglia, e stupore quando leggeranno, che ritornato nell' Illirico insignito dell'alto grado di Maresciallo dell' Impero, ed in qualità di Governatore Generale delle Provincie Illiriche ridonaste la calma ai popoli, e riassumeste coll'istesso ardore di prima il patrocinio delle lettere, e dei letterati. Si se da un canto si celebreranno quelle eroiche gesta, che vi portarono al colmo degli onori, e vi meritarono la confidenza dell' Augusto Sovrano a prò della nostra nazione; dall' altro si dirà, che voi fissaste il primo l'epoca della vera coltura della lingua Illirica. Infatti voi faceste nascere la grammatica di questa lingua, che ne è come la chiave, ed ora sotto i vostri auspizj si pubblica questo lessico, che ne comprende, ed abbraccia tutta la ricchezza dei vocaboli. Tali sono i titoli di privata, e pubblica riconoscenza, che voi avete acquistato sull' animo degli abitanti delle Provincie Illiriche. Sicuro frattanto della particolar bontà, e degnazione, con cui riguarderete questo mio qualunque siasi lavoro, e moso, che le popolazioni Illiriche abbiano la sorte di godere lungamente della vostra benefica presenzd ho Ponore di rassegnare a V. E. V omaggio della mia profonda stima, e vene razione.
....
DELL' ANALOGIA DELLA LINGUA
DEGLI ANTICHI POPOLI DELL' ASIA MINORE
CON LA LINGUA DEI POPOLI ANTICHI
E RECENTI DELLA TRACIA E DELL' ILLIRICO.
PREFAZIONE
Del P. Francesco Maria Appendini delle Scuole Pie, Rettore del Liceo
di Ragusa.
L'Europa si reputa da gran tempo la sede della coltura, e della civiltà, ma l' Asia,
sotto qualunque aspetto voglia riguardarsi, avrà sempre in ogni cosa il primo vanto.
Ebbe nell' Asia la sua culla il genere umano, e Dio vi dichiarò la sua volontà, e la sua potenza. Là sorsero i primi regni, e le prime repubbliche, la religione naturale, e la rivelata, la superstizione, e gli empj culti, la scienza, e la filosofia. Di là non solo l' Europa, ma le altre parti ancora dell' universo ricevettero i loro primi abitanti colla cognizione di Dio, e delle prime arti, e scienze.
Il Filologo, che brama di rimontare alle vere origini delle antiche nazioni Europee, da cui sono discese le moderne, ha bisogno, per fare il primo passo, di andare in cerca di luce sino nell' Asia. I più grandi, e distinti popoli di Europa sanno per tradizione, che di la ebbero i loro antenati. Infatti se gl' Italiani ci additano per loro progenitrice l'antica gente della Lidia, e della Troade, i Francesi, gli Spagnuoli, i Germani, e le altre nazioni del Nord si vantano di discendere dai Celti, dagli Sciti, dai Cimerj, e da quelle altre genti, che soggiornavano al di là del Ponto Eussino. Tale infatti fu la marcia dei primi popolatori di Europa.
Ma per ritrovare i progenitori dei Traci, é degl' Illirici non fa già d'uopo di percorrere tutta l'Asia, e di accingersi ad un viaggio quattro volte maggiore di quello, che se si percorresse tutta l' Europa. Basterà di raggirarsi per quella parte sola dell' Asia, che formando come un istmo di una grande penisola ristretta fra due mari (a) confina a Settentrone col Ponto Eussino, a Ponente cel mare Egeo, o Arcipelago, ed a Mezzo giorno col mare Mediterraneo. Tutta questa estensione di paese, che sotto il dominio de' Turchi dividesi ora nelle tre grandi provincie dette Chiutale, Sarco, e Germian comprese sotto il nome di Natolia, abbracciava un tempo la Frigia, la Misia, la Lidia, e la Caria, e, lungo il lido dell' Egeo, l' Eolide, la Gionia, e la Doride popolate dopo la guerra di Troja da colonie Greche.
Questo istesso tratto di terra racchiuso fra il Ponto, l'Egeo, ed il Mediterraneo coll'aggiunta della Bitinia, della Galazia, e della Paflagonia, che alcuni Geografi meritamente ascrissero all' Asia minore, fu come il teatro di quanto di più bello, e di più strepitoso si opero dagli antichi. La guerra di Troja non sarà forse stata precisamente come cela dipinge il divino Omero. Non si può però dubitare, che ella non segni la prima, e la più grande epoca dell' Eroismo. Essa ebbe luogo in quelle celeberrime contrade.
Ma qual regno, quale provincia, quale città, qual piano, qual monte, qual fiume, e qual porto, o seno di mare ad ogni passo non ci ricorda nell' Asia minore i Cresi, gli
(a) Strab. 1. 11., & Plin. l. 6. c. 2.
gli Attali, gli Eumeni, i Darj, i Sersi, i Temistocli, i Filippi, gli Alessandri, gli Antigoni, i Lisimachi, gli Antiochi ed i Scipioni, e, dai Re, e Conquistatori passando agli uomini di lettere, gli Omeri, gli Erodoti, i Bianti, i Dionigi, gli Esopi, gli Apollonj, gli Anasimandri, i Taleti, gli Epitteti, gl' Ippocrati, ed i Galeni?
Non si dee finalmente omettere un'altra circostanza, che grande lustro arreca, e nobiltà all' Asia minore, ed è, che essa conteneva le sette Chiese dei primi Cristiani nelle di lei sette più cospicue, e popolate città, siccome lo attesta S. Giovanni nella sua Apocalisse (a).
Ora nel pigliare di mira in quelle cotanto rinomate contrade l'antica lingua dei Frigj io mi propongo un doppio scopo, di fare cioè primieramente vedere quali popoli dalla Tracia, dalla Macedonia, e dall' Illirico passassero un giorno nell' Asia minore, e di mostrare quindi sotto varj aspetti, che l'odierna favella degli Slavo-Illirici era la dominante in quel paese. So, che siffatti argomenti, essendo di lor natura incapaci di ogni vezzo, e grazia di elocuzione, incontrano pochissimi, che vi applaudano, e li degnino di qualche loro sguardo; ma, ove essi, presentando delle nuove vedute, contengano delle verità, da ciò non si proverà mai, che siano argomenti inutili, e che si debba preferire ad essi materie di mero diletto, e solleticamento.
L'antichità dei Frigj, sotto il di cui nome si comprendevano quasi tutti i popoli dell' Asia minore, fu universalmente riconosciuta in tutti i tempi. Gli stessi Egiziani, che con sì alto dispregio delle altre nazioni si andavano gloriando di una antichità sterminata, a tempo del loro Re Psametico (6) diedero ai Frigj la preferenza, contentandosi di essere i secondi dopo di loro. I Romani riconobbero posteriormente anche essi i Frigj come uno dei popoli primitivi (c). Quindi è, che Giosèffo Ebreo (d), S. Girolamo (e), ed il Boccarto (f) colla scorta eziandio della istessa S. Scrittura hanno fatto da bel principio popolare la Frigia da Gomer figlio di Giafeto, e da Togarma figliuolo di Gomero. Erodoto all' opposto (g), Strabone (h), Plinio (i), ed Eustazio (k) portatono opinione, che i Frigj dell' Asia minore da quelli Frigj, o Brigj discendessero, che avevano stanza nell' Illirico, e nella Macedonia. Gli autori Inglesi (1) nella loro storia universale sembrano opporsi al grande Strabone; ma indarno. l'erciocchè alle ragioni, che adduce il principe dei Geografi, potendosi ora aggiungere de' monumenti di lingua quanto veridici, altrettanto sino al presente non attesi, e sconosciuti, si viene con ciò felicemente a provare, che i Frigj dell' Asia erano dell' istessa origine di quelli dell' Europa.
E primieramente ella è cosa fuor di dubbio, che nell' Illirico, e nella Macedonia furonvi anticamente dei popoli col nome di Frigj, o Brigj, attestandocelo Scimno Chio (m), e Strabone (n). Nella Macedonia, dove essa confinava colla Tracia, e coll' Illirico, esisteva un tempo una città chiamata Brygium, ed un popolo col nome di Bryges; e sui confini occidentali della Liburnia, eravi, al dir di Apollonio Rodio (o), un'altra popolazione col nome altresì di Bryges, o Phryges.
Erodoto parlando di quelli, che risiedevano sopra l' Adria, e non lungi da Durazzo, ed ai posteri dei quali da il vanto di avere sconfitto Mardonio Generale di Dario,
ci
ci racconta, che, passati nell' Asia minore, cangiarono il nome di Brigi in quello di Frigi (a).
Con Erodoto poi va d'accordo Strabone (6), il quale non fa soltanto emigrar dalla Tracia nell' Asia i Frigj, ma molti altri popoli ancora. I Geti, egli dice, abitavano lungo l'una, e l'altra riva dell' Istro, siccome i Misj, che erano anche essi della Tracia. Quei Misj (dell' Asia), che ora soggiornano fra i Lidj, i Frigj, ed i Trojani, si dipartirono da questi Misj (dell' Europa). Che anzi gli stessi Frigj sono i Brigj della Tracia, siccome ancora i Migdoni, i Bebrici, i Medo-Bitini, i Bitini, i Tini, e, come io son di avviso, anche i Mariandini. E tutti questi popoli abbandonarono l' Europa. Eustazio sull'autorità di Arriano (c) dividendo i Traci in Traci Europei, ed Asiatici sotto la scorta di un tal Pataro dall' Europa fa andare i primi in Asia, e, dopo aver essi vinti, e discacciati i Cimerj, che io credo essere stati i Bebrici, ci dice, che si fermarono, e si stabilirono nella Bitinia. Porfirogenito avverte (d), che il paese abitato dai Traci, o Tracesj, come esso li chiama, era propriamente quella regione, che una volta, e da bel principio l' Asia minore si appellava. E, dopo averci indicati i Lidj, i Meoni, i Carj, i Gionj, ed i Frigj, afferma (e), che tali popoli Tracesj si nominavano, perchè oriundi della Tracia. Finalmente Erodoto parlando dei popoli soggiogati da Creso (f), e dei tributi da Dario imposti alle nazioni Asiatiche (g) riconosce i Frigj nell' Asia minore.
Ma prima di discendere a quelle particolarità, colle quali si può provare, che i Frigj, i Misj, e gli altri popoli di sopra accennati erano realmente di Tracia origine, non posso omettere un argomento, di cui meritamente fece gran caso Strabone. Questo Geografo, a cui nulla sfuggiva nel ravvicinare i popoli, e le nazioni antiche al vero loro stipite, confrontando i nomi, e le appellazioni della Tracia con quelli della Frigia, o piuttosto dell' Asia minore, ne ritrova una quantità tale di simili, che o da un popolo hanno dovuto passare all' altro, ovvero nella Tracia, e nell' Asia minore, ciò, che io credo più verisimile, era in fiore la medesima lingua. Perciocchè non si saprebbe concepire, che l' analogia di tanti nomi si debba fortuitamente attribuire all'opera del caso. Un popolo, un muro, un fiume distinti col nome di Scei appo i Traci, i Xantj popolazione Tracia, il fiume Arisba, che si precipita nell'Ebro, e Reso Re dei Traci fannoci ricordare nella Frigia le porte Scee della città di Troja, il fiume Xanto, la città di Arisba nella Troade, ed il fiume Reso presso Troja (h). Un certo Asio con
dot
(a) Phryges, qui, ut Macedones ajunt,
tandiu vocati sunt Bryges, quamdiu Europei fuerunt Macedonum accola;
co nomen immutavere in Phryges.
Lib. 7.
(6) Lib. 7.
appellatur, olim quidem, & ab initio Asia minor dicebatur. Them. 3. (V. Græc.)
transgressique in Asiam una cum lo- (e) Universum vero Thracesiorum Thema
c) Thraces quoque alii Asiani, alii Europei sunt, si fidem historie Arriani adhibeamus, quo loco, quemadmodum, ait, Phryges, & Mysi, ita Thraces ab Europa profecti in Asiam, quodam Pataro duce, quo tempore & Cimmerii Asiam percurrerunt, quibus ejectis ex Bithynia Thraces se in eodem loco suffecerunt. Com. 41. (V. Grac. 11. 30.)
(d) Quod vero nunc Thracesiorum Thema
hisce gentibus constat, Lydis, Mo-
nibus, Caribus, Ionibus, atque Jones
quidem nuncupantur, qui Miletum, &
Ephesum incolunt, qui vero mediter-
ranea habitant Sardiani, Lydi, Mao-
nes, & Cares, & minoris Phrygia
incole. Atque ita se habent Thrace-
sii
Thracesii autem appellati
sunt, quod ex Thracum regione orti
essent. Ibid.
....
dottiero delle truppe dell' Ellesponto (a), che vola in soccorso dei Trojani contro de' Greci, ci richiama alla memoria il Frigio Asio avolo di Etore (6). E quando si pen38, che vi era una Dardania in Europa, ed un'altra nell' Asia; una Larissa nella Tessaglia, un'altra presso l'Ebro in riva al Ponto nella Tracia, e due altre presso i Frigj Asiatici anche esse città assai ragguardevoli (c); una città della Tracia col nome di Frigia sulle sponde dell' Ellesponto, Frigia provincia dell' Asia; i Magnesj popolo dell' Asia presso al fiume Meandro, che, secondo Strabone (d), derivavano dai Magneti della Tessaglia, e di Creta, ed infine tante altre appellazioni Geografiche, che possonsi riscontrare presso gli antichi scrittori, non si può certamente non ravvisare una comu ne origine fra cotesti due popoli.
E quanto all'addotto nome di Dardania Europea, ed Asiatica pongasi mente a ciò, che si racconta dagli antichi intorno al Re Mida, e cesserà in noi lo stupore, che ci arreca la somiglianza di tanti nomi. Mida era Europeo, e Re dei Dardani Traco-Illirici. Oltre a Sallustio (e), vi è Giustino (f), che lo fa pure Re dei Frigj, o Brigj Macedoni, che erano confinanti coi Dardani. Conone (g) parlando di Mida si mostra dell'istesso sentimento di Sallustio, e di Giustino. Ma Ateneo (h) c'indica perfino la posizione dei luoghi, dove dicesi aver regnato nell' Illirico, o Dardania Tracia, la quale abbracciava in quelli antichi tempi la Rascia, la Servia, e la Bossina d'oggidì. Licofrone finalmente sebbene lo riconoscesse per Re della Frigia Asiatica, tuttavia in più luoghi lo fa Trace di origine. l'erciocchè lo incolpa di aver dato il guasto al suo paese nativo (i), cioè alla Tracia per aver voluto vendicare l'uccisione della propria sorella. Giovanni Tzteze commentando Licofrone c'insegna (k), che il poeta parla propriamente di questo Mida, che dall' Europa disceso in Asia percorse poscia, e saccheggio molte contrade della Tracia, che gli fu madre e nutrice.
Dopo di ciò ogni cosa c'induce a credere, che questo Mida sino dalla più alta antichità fu il primo, che condusse nell' Asia minore una colonia dei Brigi, o Frigj Traco-Macedoni, o avvenisse ciò, perchè Mida fosse vago di conquiste, ovvero perchè discacciato, come crede Giustino (1), dalla Dardania Europea fosse costretto ricovrarsi nell' Asia. La vicinanza dei due continenti divisi dal solo stretto dell' Ellesponto, la facilità, con cui fra gli antichi popoli benchè agnati, e limitrofi si accendevano delle guerre le più fiere, e micidiali, ed una abbondanza così grande di nomi simili in coteste due regioni ci rende certo il passaggio di Mida colla sua colonia di Brigi, o Dardani nell' Asia, e le rivalità, ed i saccheggi, che esercito poscia l'istesso Mida contro i Traci, ed i Frigj dell' Europa (m).
Un
ces quidam, & Sceus fluvius, & (h) Et Midam Phrygium dicit Theopom
Sceus murus, & in Troja Scad por
ta; Xanthii Thraces, Xantus Troje amnis. Arisba in Hebrum incidens, Arisha in Troja. Rhesus Troje fluvius, & Thracum Rex Rhesus. Lib. 13.
pus fontem vino miscuisse, quando Silenum capere per ebrietatem voluit, qui fons est medius inter Medos, Peones, Innaque nominatur. Lib. 2.
C. 2.
(a) Strab. Ibid.
(6) Homer. Iliad. l. 5.
(c) In Arrian. Perip.
(i) Phryx autem (Mida) Sororis perse-
quens cædem nutricem rursum perdet
vicissim terram. V. 1395.
De Mida loquitur, qui multas paries
Thraciæ (suæ olim nutricis, ac ma-
tris) percurrit, atque vastavit.
(d) Pagus est Carie Thymbria.... su-(k) pra sita est Magnesia, quæ ad Meandrum usurpatur, Colonia Magnetum Thessalicorum, & Cretensium. Lib. 14.
(e) In Frag. ex Servio. (f) Lib. 11. с. 7.
(g) Apud Photium Cod. 186.
(1) Ubi supra.
(m) Post Avus meus Thracie vastans agrum, Aryumque Eordorum, & Galadreum solum, terminos fixit circa Penei